L’esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra - Testimonianze di cittadini monzesi

Pubblicato il 5 febbraio 2021 • StoriaVia Roma, 56, 22040 Lurago D'erba CO, Italy

La città di Monza è stata uno dei luoghi in cui, negli anni ’50, furono ospitate alcune delle famiglie che abbandonarono il confine orientale nel corso del lungo esodo che patirono istriani, fiumani e dalmati, durante e dopo la seconda guerra mondiale. 

Per qualche anno, in un’ala della Villa Reale, fu allestito un campo profughi che accolse temporaneamente alcune decine di famiglie per lo più Istriane. Successivamente negli anni ’60, nel quartiere Cederna, alcune delle nuove palazzine costruite nell’ambito dei programmi di edilizia popolare, gestiti dall’ALER, furono destinate ai profughi provenienti dal confine orientale e, in parte, a quelli provenienti dalla Libia. Nel libro sono raccolte le testimonianze dirette di alcuni protagonisti di quelle vicende, in seguito quasi tutti cittadini monzesi. E’ una trascrizione di testimonianze che mantiene volutamente la struttura e l’espressione nella sua forma parlata, senza filtri formali o grammaticali, con pochissime intromissioni, giusto i casi in cui necessita ai fini della comprensione; ciò nell’intento di trasmettere l’umanità di chi racconta. Le testimonianze vanno lette come si legge un racconto; non sono “articoli” di giornale, non nascondono verità, non svelano l’ignoto, non supportano tesi o rivendicano ragioni, non lanciano accuse o assoluzioni; sono racconti di vita, di uomini e donne, che ci portano a rivivere per un attimo attraverso i loro ricordi, attraverso le loro storie personali, un pezzo della storia del nostro paese e della nostra città. Troppo spesso denigrati, strumentalizzati, demonizzati, lasciati ai margini da un confronto-scontro politico che ancora oggi in parte tiene prigioniero il ricordo di queste vicende, le voci dei testimoni rappresentano un tassello importante nella ricostruzione storica e umana di ciò che accadde in quelle terre. Il ricordo e la memoria riportano l’esperienza personale o di comunità su determinati fatti storici, compito della Storia è la ricostruzione di quei fatti basata non solo su testimonianze ma su una più ampia e complessa indagine e ricerca critica e documentale, che trova fondamento nel rigore scientifico, nell’approccio interdisciplinare, nella complessità degli avvenimenti. Per questo motivo nel libro è riportata integralmente, quale appendice, la relazione finale della Commissione storico-culturale italo –slovena, scaturita da un lungo lavoro di studio e confronto, protrattosi per sette anni dal 1993 al 2000, che ha visto impegnati storici e uomini di cultura di entrambi i paesi su “tutti gli aspetti rilevanti delle relazioni politiche e culturali bilaterali” nel corso del Novecento.

Umberto De Pace è nato a Saluzzo (CN) nel 1960. Si è diplomato perito elettrotecnico a Torino nel 1979, anno in cui si trasferisce a Monza per iniziare la propria carriera lavorativa. Oggi è un libero professionista con un proprio studio di progettazione. Contemporaneamente ha conseguito laurea in Psicologia presso l’Università di Padova con una tesi in Antropologia Culturale. Collabora dal 2006 con il giornale monzese on-line “Arengario.net”. Nel 2009 il suo primo racconto “Perché a Monza non c’è il mare” riceve il secondo premio al 3° concorso “Storia e storie della Brianza”. Nel 2010 il suo secondo racconto “Avvolta dalla luna” riceve – a pari merito fra i primi tre concorrenti – il premio al 4° concorso “Storia e storie della Brianza”. Nel dicembre 2010 viene pubblicato il suo primo libro “L’esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Testimonianze di cittadini monzesi” (edizioni Bellavite). Dall’anno della sua pubblicazione, il libro in oggetto, ha avuto la possibilità di molteplici presentazioni, letture e recitazioni nei comuni delle Province di Monza e Brianza e di Milano. L’autore è stato ospite del TG3 nel febbraio del 2014 e della trasmissione radiofonica “Sconfinamenti” della sede RAI del Friuli Venezia Giulia nell’agosto 2020. 

Nel 2016 con il racconto inedito “Fuori dalla finestra”, l’autore, si classifica 2° a pari merito al Premio Letterario Brianza. Nel dicembre dello stesso anno viene pubblicato dalla casa editrice Bellavite il suo secondo libro dal titolo “d’amore e orrore”, in cui è raccolta una nuova quanto inedita testimonianza di cittadini monzesi: Aldo Juretich e Ada Apruzzese. E’ la storia dell’inferno da lui vissuto nel lager jugoslavo di Goli Otok alla fine degli anni ’40 del secolo scorso e dell’amore di un uomo e una donna che seppero insieme andare oltre l’orrore. Il libro è stato presentato per la prima volta a Monza il 18 gennaio del 2017, presso la biblioteca comunale di Triante, nell’ambito del percorso di intitolazione della biblioteca ad Aldo Juretich intrapreso dall’amministrazione comunale. Sono poi seguite altre presentazioni a Milano al Teatro dell’Elfo, alla Casa della Memoria e alla Fiera Internazionale dell’Editoria “Tempo di Libri” nel 2018. Nell’aprile del 2017 su invito della Comunità degli italiani, il nuovo libro viene presentato nella città di Fiume in Croazia. Attualmente l’autore sta svolgendo un’indagine dal titolo “Democrazia ed estrema destra. Il caso monzese”, iniziata nel settembre 2018 e tuttora in corso di pubblicazione sul giornale online Arengario.net.

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